Una leccornia della cucina tradizionale, un piatto che non può mancare nella grande festa barocca della "santuzza palermitana".
Mettete in ammollo le lumache per un paio d'ore in modo da farle uscire dal guscio.
Le lumache poi vanno lavate sotto l’acqua corrente strofinandole delicatamente con le mani tra loro per togliere tutte le impurità. Questa operazione va ripetuta più volte fin quando l’acqua non uscirà pulita. Ci vorranno all'incirca circa 10 cicli.
Mettete le lumache in una pentola e aggiungete acqua fredda fino a ricoprirle per 4 dita.
Chiudetele con un coperchio e lasciatele riposare per una mezz’ora. Questa operazione è fondamentale per far tornare fuori le lumache che durante le operazioni di lavaggio si saranno ritirate nuovamente nel guscio.
Trascorso questo tempo mettete la pentola con le lumache sul fuoco più piccolo e mettete al minimo per portare l'acqua a lento bollore. Grazie al lento riscaldamento dell’acqua le lumache rimarranno fuori dal guscio, cosa fondamentale per poterle poi mangiare agevolmente.
Non appena le lumache saranno tutte fuori dal guscio, aumentate la fiamma e portate l'acqua a una ebollizione più sostenuta.
Quando l’acqua bolle aggiungete 2,5 cucchiai di sale e lasciate sobbollire per altri 5 minuti senza mai mescolare, quindi spegnete il fuoco.
Scolate le lumache e sciacquatele rapidamente sotto l’acqua corrente. Quindi lasciatele in uno scolapasta a scolare e raffreddarsi.
Intanto che le lumache scolano per bene, preparate il soffritto, ovvero l'agghia 'ngranciata.
In padella mettete nell’olio d’oliva l’aglio tagliato a fettine. Aggiungete 1 cucchiaino di sale e il pepe nero macinato. Alla fine quando l'aglio si sarà appena imbiondito, spegnete il fuoco.
A fuoco spento aggiungete al soffritto il prezzemolo tagliato molto finemente.
Mescolate bene il condimento e mentre è ancora caldo condite le lumache.
Amalgamate il tutto mescolando per bene.